Accordo BOSCH – IBM per la realizzazione di propulsori elettrici
Accordo storico tra due colossi della tecnologia. L’obiettivo è sviluppare una nuova generazione di propulsori per l’elettromobilità mediante la computazione quantistica di un super-computer.

“L’obiettivo è quello di sostituire i metalli preziosi nelle unità a zero emissioni di CO2 entro i prossimi dieci anni, grazie a simulazioni di materiali che utilizzano l’informatica quantistica, sia nel motore elettrico che nella cella a combustibile”, ha dichiarato mercoledì Stefan Hartung, CEO di Bosch, in occasione della fiera digitale interna Connecting World a Berlino.
La nuova collaborazione fa parte dell’offensiva di digitalizzazione del nuovo CEO di Bosch Stefan Hartung, in carica dall’inizio dell’anno. Nei prossimi tre anni, il gruppo di fondazioni intende spendere dieci miliardi di euro per la digitalizzazione e il networking. Tuttavia, Bosch non vuole costruire il proprio computer quantistico con questo budget, anche se i fondi sarebbero sufficienti per farlo.
Nell’ambito della nuova collaborazione, gli esperti di Bosch e IBM svilupperanno congiuntamente algoritmi quantistici in previsione di un utilizzo in ambito industriale. La maggior parte dei materiali per celle a combustibile, batterie, azionamenti elettrici e sensori avanzati presentano elettroni definiti fortemente correlati. I computer classici non possono calcolare queste proprietà con sufficiente precisione.
Cos’è un computer quantistico
La definizione di computer quantistico è abbastanza semplice: è un computer che sfrutta le leggi della fisica e della meccanica quantistica per l’elaborazione dei dati sfruttando come unità fondamentale il qubit (a differenza del calcolo elettronico, alla base dei computer come li abbiamo sempre conosciuti, la cui unità fondamentale è invece il bit).

Calcoli complessi necessitano di molto tempo di elaborazione e devono essere eseguiti in sequenza. La comunità scientifica ha quindi iniziato a chiedersi “perché non eseguirli in parallelo?” come fa il cervello umano?
Nasce così l’approccio teorico al computer quantistico: anziché calcolare con dei bit (binary digit), le unità di informazione che codificano i due stati aperto e chiuso (1 e 0) di un interruttore, si sfruttano quelli che vengono chiamati qubit, le unità dell’informazione quantistica che sono codificati non da 1 o 0 ma dallo stato quantistico in cui si trova una particella o un atomo, che può avere contemporaneamente sia il valore 1 sia il valore 0.
In altre parole, il computer quantistico è in grado di processare – nello stesso momento, attraverso il calcolo parallelo – più soluzioni ad un singolo problema anziché svolgere calcoli sequenziali come avviene ora con l’elaborazione elettronica.
Oltre ai nuovi materiali per le celle a combustibile, Bosch è interessata anche a nuovi magneti per i motori elettrici che siano più compatti, più leggeri, più efficienti e anche più ecologici. Secondo Hartung, c’è ancora molta ricerca da fare in questo campo. Ciò richiede una maggiore potenza di calcolo, che solo l’informatica quantistica può realizzare.
“Le tecnologie quantistiche sono fondamentali per la sovranità tecnologica dell’Europa”, ha dichiarato Hartung, CEO di Bosch. Per garantire che la Germania non rimanga indietro, il governo federale sta finanziando lo sviluppo della tecnologia quantistica con due miliardi di euro, divenendo in Europa di fatto la nazione che sta investendo di più. La China investe attualmente 15,3 miliardi, gli USA a sorpresa solo 1,9 miliardi. Seguono Giappone con 1,8 miliardi e Regno Unito con 1,3 miliardi:

Il nodo del software. Per sfruttare questa macchine serve un software e un linguaggio completamente diverso e ad oggi sono pochissimi gli sviluppatori che sanno dove mettere le mani. Siamo, va detto, in una fase precoce dello sviluppo dell’informatica quantistica ma proprio per questo è strategico mettere le mani avanti.